You have to be on our side

“[…] I show them photographs of how Barcelona celebrate. I don’t use videos because I don’t copy Barça’s style. But you see them celebrate goal number 5,868 like they’ve never scored before. This is what you should always feel – until you die.”

Lo dice Jürgen Klopp, allenatore del Borussia Dortmund, in un’intervista su The Guardian, insieme a una marea di altre cose interessanti. Klopp è, almeno secondo me, il prototipo del perfetto allenatore moderno. Tatticamente eccelso come Mourinho – che esattamente oggi tre anni fa vinceva la Champions League con l’Inter battendo proprio il Bayern Monaco, e che è stato invece ampiamente battuto quest’anno sulla panchina del Real Madrid dallo stesso Klopp – ma senza la sua arroganza, sostituita invece da una buona dose di autoironia, quella che hanno solo i grandissimi, e ugualmente bravo a motivare i suoi e a creare il giusto spirito di squadra, peraltro sempre senza dover ricorrere ai fastidiosi trucchi mediatici del portoghese. Sa valorizzare al massimo i giocatori giovani, che puntualmente vede andar via a fine stagione, acquistati da squadre con più blasone internazionale e molto più ricche della sua, dispiacendosi umanamente per la loro partenza, ma sempre pronto a ricominciare tutto daccapo l’anno seguente. È così che è riuscito a costruire nel giro di poco tempo, e partendo quasi da zero, una squadra eccezionale, ritagliandosi un ruolo da protagonista in quella che è una delle storie sportive più avvincenti degli ultimi anni. Klopp è, insomma, la testimonianza che anche i buoni possono vincere, se sono bravi e si impegnano tanto – e questo è un insegnamento che va ben oltre il calcio, faremmo bene a ricordarcelo – ed è anche la ragione per cui sabato sera tiferò Dortmund.

“We are a club, not a company,” Klopp says, “but it depends on which kind of story the neutral fan wants to hear. If he respects the story of Bayern, and how much they have won since the 1970s, he can support them. But if he wants the new story, the special story, it must be Dortmund. I think, in this moment in the football world, you have to be on our side.”

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